Reti 5G, quando e come arriverà la quinta generazione in Italia

Reti 5G, quando e come arriverà la quinta generazione in Italia

Ancora poche settimane di attesa e avremo il 5G. O, almeno, ce l’avranno gli italiani che abitano nelle (poche) città dove gli operatori avvieranno commercialmente le reti quest’anno.

Non si dovrà comunque aspettare ancora molto poiché i dispositivi compatibili stanno per arrivare, a quanto risulta a un’analisi degli annunci fatti finora. I primi marchi – Xiaomi e Oppo Reno – annunciano un lancio in Europa a maggio e subito dopo, per l’estate, arriveranno Samsung e Huawei. Tim prevede di lanciare il Samsung Galaxy S10 5G a inizio estate, ergo le loro reti saranno avviate al pubblico in quello stesso periodo: le due cose – disponibilità dei cellulari e delle reti – vanno assieme, per ovvi motivi di appetibilità (vendibilità) commerciale.
Il 5G però è ben più di tutto questo. A torto viene identificata con la sola mobilità. È invece una rivoluzione delle connessioni di reti, con un pacchetto di standard e tecnologie che entreranno anche sulla rete fissa banda ultra larga, l’internet delle cose; anche in situazioni, insomma, di “non mobilità” e slegate dal mondo smartphone.
Lo dimostrano tra l’altro i primi progetti concreti 5G presentati da Vodafone a marzo e poi ancora nei giorni scorsi, su Milano.
Chiariamoci quindi l’idea sui fondamentali del 5G, per capirne la portata.

Quali sono le caratteristiche pratiche principali del 5G vs il 4G
Ci sono alcuni aspetti tecnici che contraddistinguono il 5G e che avranno immediate ricadute pratiche.
•Più velocità: lo standard prevede un’evoluzione per arrivare a 10-50 Gigabit al secondo entro due anni e 100 Gigabit entro il 2025. Adesso il 4G adottato in Italia arriva a 1 Gigabit (in una ventina di città). Va detto che i modelli smartphone 5G annunciati finora vanno al massimo a 2 Gigabit (da scheda tecnica). S’intende che questa velocità potrà essere condivisa tra gli utenti connessi (in caso di normale rete cellulare) o dedicata a specifici utenti/servizi, per usi specifici (fissi/internet delle cose). Una velocità di questo tipo può consentire per esempio cloud gaming, live streaming 4K-8K.

•Meno latenza: una decina di millisecondi nei primi dispositivi e a tendere un millisecondo o meno. Latenze bassissime favoriscono contenuti live ad alta risoluzione, videochiamate-telepresenze, applicazioni critiche di internet delle cose in ambito industriale (robot iot), sanitario (telemedicina), trasporti (auto che si guidano da sole).

•Gestione contemporanea di tanti dispositivi. Il 5G è più intelligente e quindi può gestire meglio una massa di dispositivi che accedono alle risorse nello stesso momento. Situazione utile in luoghi affollati o per applicazioni complesse di internet delle cose (smart city/smart grid ad esempio).

•Qualità di servizio garantita dedicata a specifici servizi/reti/soggetti a cui l’operatore può affidare una “fetta” di rete (network slicing). Questo favorisce ancora di più lo sviluppo di applicazioni in ambiti importanti della società e dell’economia.

Tutto questo è possibile, in sintesi, per la combinazione di vari elementi: nuovi standard tecnologici (di quinta generazione, appunto), moltiplicazione delle antenne (che saranno più numerose e più vicine all’utente, ossia più diffuse) e diffusione delle reti fibra ottica (a cui saranno connesse le antenne 5G).
Navigare con i propri smartphone ad altissima velocità sarà certo una delle applicazioni 5G più diffuse. Velocità adatta per esempio a videochiamate/live streaming 4K (sfruttando così anche i nuovi sempre più grandi e belli schermi); o a condividere i pesanti foto/video creati con le fotocamere di qualità (e numero) crescente integrate negli smartphone.
Non solo smartphone
Un’altra applicazione 5G che vedremo certo da subito è il fixed wireless access, per cui Fastweb e Vodafone hanno già annunciato un lancio entro quest’anno a Milano. Una connessione fissa (casa-ufficio) laddove non arriva la fibra ottica (utile per esempio a piccole aziende dell’hinterland), ad uno o più gigabit dedicati.

Tra le altre applicazioni già sviluppate (per ora in sperimentazione) tra operatori e diversi partner pubblici e privati spiccano quelle per connettere ospedali, autoambulanze, robot industriali, flotte aziendali, scuole, videocamere di sorveglianza eccetera. Sono progetti già realizzati e funzionanti (quindi non semplici casi teorici o da laboratorio), ma sempre comunque sperimentali. Non si sa quindi quali e quanti saranno realmente utilizzabili dal pubblico nei prossimi mesi/anni. Questo dipende da scelte commerciali che gli operatori faranno con i propri partner.
Di certo quindi, nell’immediato, ci sono solo le applicazioni 5G negli smartphone e per il fixed wireless.
Le prime città coperte
I piani di copertura 5G degli operatori italiani sono ancora celati, ma è facile immaginare che le prime città ad avere il servizio saranno le stesse dove sono state fatte le sperimentazioni (e quindi dove le reti sono già state installate).
Prima su tutte, Milano, che ha già una copertura quasi completa da parte di Vodafone. Poi Bari, Matera, L’Aquila, Prato, Roma (dove c’è un accordo tra Fastweb e la Città).